Magia del Natale


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Presepe a Napoli

IL PRESEPE > Presepi in Italia e nel mondo

La meravigliosa arte dei presepi napoletani è il risultato di un impegno collettivo. I presepi più elaborati - commissionati da ricchi privati per la celebrazione del Natale nelle loro case - erano spesso realizzati sotto la direzione di scenografi i quali poi li disponevano tra pittoreschi scenari architettonici. Le statuette - che raramente superavano i 40 centimetri - erano opera di artigiani diversi, che per la loro realizzazione impiegavano svariati materiali. Le teste di terracotta delle statuette sono opera di molti tra i più rinomati scultori napoletani dell'epoca. Nella creazione di queste opere in miniatura, artisti come Giuseppe Sammartino e Salvatore di Franco indulgevano in quell'ispirato naturalismo particolarmente caro alla sensibilità napoletana. Le teste da loro create formano un'ideale galleria non soltanto di volti di nobile bellezza, ma anche volti ben caratterizzati nella loro singolarità o bruttezza. I personaggi al seguito dei Magi non appaiono soltanto esotici, ma rivelano anche l'irresistibile affettuoso impulso del naturalista che vuole cogliere l'essenza e i caratteri di tipi umani che gli è dato di incontrare di rado. Perfino i volti di cherubini e di angeli sospesi a mezz'aria, le cui eteree espressioni rivaleggiano con quelle di marmorei serafini delle grandi chiese di Napoli, sono fortemente individualizzati.
Se era lo scultore a modellare la testa, il delicato, policromo incarnato dei volti era opera del pittore. Abili artigiani intagliavano nel legno le mani, i piedi, le ali; altri ancora si occupavano del corpo che risultava flessibile in quanto era formato da un groglio di filo di ferro: ad esso si poteva quindi imprimere uno svariato numero di posizioni in sintonia con le espressioni del volto. Abili costumisti disegnavano con accuratezza l'abbigliamento dei personaggi, contribuendo straordinariamente ad esaltare l'illusione della realtà. Abiti di seta ricamata, di damasco o di ruvida tela di sacco appaiono nelle raffigurazioni di questa
piccola moda, offrendo meticolosamente ogni dettaglio come minuti bottoni e orecchini dorati, collane di semi come perle, polsi e colli bordati di pizzo, borsettine di pelle e di filigrana d'argento.

L'insieme di disegni dei diversi presepi erano spesso creati da pittori e scultori, ma il loro lavoro era di rado definitivo: nuove mode imponevano cambiamenti. L'ondata di frenesia archeologica che aveva investito Napoli nel Settecento poteva suggerire l'inserimento di una immaginaria rovina classica in una precedente ambientazione naturalistica: simbolo della vittoria del Cristianesimo sul mondo pagano. Gli stessi proprietari del Presepio spesso provvedevano ad abbellimenti supplementari, e man mano che acquistavano nuovi personaggi ne risistemavano essi stessi la disposizione.
Questa partecipazione attiva richiama il significato originario del Presepio. Anche se fino al Medioevo la rappresentazione della Natività con sculture nelle chiese era un'abitudine acquisita, fu durante il Cinquecento che la Chiesa incominciò ad incoraggiare l'animazione della nascita di Cristo come pratica devozionale nelle case. Nella sua forma più semplice - quella della Sacra Famiglia - la periodica rappresentazione della Natività era vista come un mezzo per coinvolgere emozionalmente i fedeli ed accrescere l'intensità della loro esperienza spirituale. Più simile a una rappresentazione sacra medievale che agli statici insiemi esposti nelle chiese durante l'anno, il Presepio mobile possedeva un'immediatezza capace di toccare il cuore dei piccoli come dei meno giovani.
E' stato il particolare contributo della Napoli del Settecento ad ampliare i confini di questa semplice arte devozionale. Circondando la Sacra Famiglia di un buon numero di loro contemporanei, i creatori del Presepio napoletano offrivano al loro pubblico l'accesso al remoto mondo del miracolo. Perfino oggi noi riusciamo ad identificarci con le emozioni provate da un'umanità in miniatura e nell'osservarla ci sentiamo trasportati nello stesso mondo di santità senza tempo in cui essa si trova.
La vera portata e il lascito culturale del presepe napoletano risiedono nel realismo delle sue rappresentazioni. Non è più solo un simbolo religioso, ma uno strumento descrittivo, identificativo e unificante della comunità di appartenenza, nella sua dettagliata composizione. Si potrebbe forse dire che il presepe napoletano è stato e rimane un veicolo di identifiicazione della "gens napoletana" e l'antesignano di quel realismo che ha caratterizzato le rappresentazioni teatrali e le produzioni cinematografiche napoletane.


Oggi alcuni pastorai producono anche pastori che rispecchiano le personalità dei nostri tempi, quindi non c'è da meravigliarsi se si trovano personalità conosciuti nelle vetrine della caratteristica via San Gregorio Armeno, nel centro storico di Napoli, che è famosa in tutto il mondo per la produzione artigianale di presepi. Sono presenti mostre permanenti e negozi artigiani, che permettono di comprare e quindi costruire il presepe personale a proprio piacimento. Inoltre maestri artigiani costruiscono, oltre alle classiche statuette, pastori raffiguranti personaggi moderni, come ad esempio Totò, Pulcinella o... Berlusconi, Prodi, Fassino!
In molti luoghi della Campania ci sono associazioni e gruppi di persone che ogni anno ripetono il rituale: agli inizi di Novembre danno l'avvio alla costruzione di presepi all'aperto che invitano a visitarli durante una passeggiata. Esistono anche esposizioni che vengono allestite proprio in quel periodo.
Inoltre, al giorno d'oggi, il presepe "classico" partenopeo si è evoluto: sono sempre più frequenti le notizie di nuovi e giovani artisti che hanno modernizzato l'arte presepiale, creando presepi sempre nuovi ed originali, presepi in miniatura, presepi all'interno di lampadine, presepi all'interno di una cozza, di una rosa essiccata e addirittura all'interno di un seme di zucca o di una lenticchia (ad opera del maestro d'arte Aldo Caliro) realizzando così il presepe più piccolo al mondo.




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